18 Giu Immobili in Italia sono ancora un bene rifugio?
Negli ultimi decenni, l’immobiliare è stato considerato un bene rifugio, un investimento sicuro e redditizio nel lungo termine. Ma gli immobili in Italia sono ancora un bene rifugio? Tuttavia, i recenti dati demografici e le dinamiche di mercato mettono in discussione questa convinzione. Secondo l’ISTAT (vedi elaborazione di Tuttitalia.it), la forbice tra nascite e decessi continua ad allargarsi, creando un quadro demografico preoccupante per il futuro dell’immobiliare italiano. In molte zone del Paese, si è giunti addirittura alla proposta di vendere case a 1 euro per ripopolare aree disabitate, un segnale della profonda crisi in cui versa il settore.
Andamento dei prezzi nelle principali città italiane
L’analisi dell’andamento dei prezzi degli immobili nelle principali città italiane negli ultimi dieci anni mostra una realtà perlopiù negativa (vedi il grafico a fianco riportato da Ufficio Studi Tecnocasa). Considerando il 2011 come anno base con un valore di 100, solo Milano ha registrato un incremento del valore medio degli immobili, arrivando a 111,5 nel 2021. Milano, nonostante un calo fino al 2016 (80,2), ha visto una ripresa significativa, evidenziando una certa resilienza del suo mercato immobiliare.
Al contrario, altre grandi città come Torino, Roma e Genova hanno registrato cali considerevoli. Genova è la città che ha sofferto di più, con una perdita del 54,4% del valore medio degli immobili, toccando il minimo storico di 45,6 nel 2021. Torino e Roma hanno visto riduzioni rispettivamente del 35,6% e del 31,5%, con leggeri recuperi solo nell’ultimo anno del decennio considerato.
Città come Bologna, Firenze e Verona hanno subito cali meno marcati. Bologna ha registrato il suo minimo nel 2015 (69,5), recuperando successivamente fino a 92,5 nel 2021. Firenze ha toccato il punto più basso tra il 2014 e il 2015 (82,8), risalendo poi a 92,1. Verona, con una perdita del 15,6%, ha visto una ripresa costante dopo il 2015, arrivando a 84,4 nel 2021.
Le cause della debacle immobiliare
Le cause del calo dei prezzi degli immobili nelle grandi città italiane sono molteplici e interconnesse:
- Polarizzazione tra grandi città e città minori: Le metropoli come Milano attraggono investimenti, lasciando le città minori con un mercato immobiliare debole.
- Difficoltà nel mondo del lavoro: La crisi economica e la precarizzazione del lavoro riducono la capacità delle famiglie di acquistare immobili.
- Esodo dei lavoratori qualificati all’estero: La fuga di talenti all’estero diminuisce la domanda di abitazioni, soprattutto nelle aree meno sviluppate.
- Pandemia di COVID-19: La pandemia ha aggravato l’incertezza economica e cambiato le preferenze abitative verso aree meno densamente popolate.
- Cambiamenti demografici: La diminuzione del tasso di natalità e l’invecchiamento della popolazione riducono la domanda di nuove abitazioni.
- Inefficienze burocratiche e politiche abitative inadeguate: Le lunghe procedure amministrative e la mancanza di incentivi frenano lo sviluppo del mercato immobiliare.
Alternative all’investimento immobiliare
Alla luce di questi dati, la domanda “gli immobili in Italia sono ancora un bene rifugio?” trova una risposta decisamente negativa per la maggior parte delle città italiane, con l’eccezione del fenomeno Milano. Gli investitori che fino ad oggi hanno puntato sui beni immobiliari devono ora considerare alternative più promettenti che, peraltro, non sono più rischiose (ad analizzare i dati statistici).
Una delle opzioni è l’investimento in titoli, che offre la possibilità di diversificare il portafoglio e di ottenere rendimenti interessanti, soprattutto in un contesto di ripresa economica globale. Un’altra alternativa valida è rappresentata dalle operazioni di fusione e acquisizione (M&A) con investimenti nelle piccole e medie imprese (PMI), che possono offrire opportunità di crescita e di rendimento elevate, specialmente in settori innovativi e in espansione.
Conclusione
Il mercato immobiliare italiano, ad eccezione di Milano, presenta numerose criticità che ne mettono in dubbio la solidità come bene rifugio. Gli investitori devono quindi guardare oltre l’immobiliare, valutando attentamente altre forme di investimento che possano offrire stabilità e crescita. Solo attraverso una diversificazione oculata e una valutazione attenta delle alternative, sarà possibile proteggere e far crescere il proprio patrimonio in un contesto economico e demografico sempre più incerto.